«Gli animali sono una grande benedizione della natura, esseri viventi che ci circondano con la loro presenza, il loro spirito libero, il loro amore».
Il veterinario può costare caro, fino 85 euro per una prima visita. L’indagine di Altroconsumo in sei centri urbani evidenzia grandi differenze di prezzo tra le località e anche tra le strutture nella stessa città.
Il dottore per gli animali è solo privato: non esiste un servizio pubblico. Tutte le spese delle visite, delle vaccinazioni,del microchip e delle medicine sono a carico dei cittadini. Di conseguenza, chi vuole avere la compagnia e l’affetto di un animale deve poterselo permettere economicamente: non solo costa il cibo, ma appunto anche le spese mediche.
Per ora l’unico modo per recuperare le spese veterinarie, ma solo una piccola parte, è con la dichiarazione dei redditi: è prevista infatti una detrazione fiscale pari al 19%, per un importo massimo di 550 euro e una franchigia di 129,11 euro. In pratica, al massimo si possono ottenere 80 euro di detrazione Irpef. Inoltre, le spese per il veterinario sono soggette a un’Iva del 22%, al contrario delle prestazioni sanitarie per gli esseri umani, che non hanno l’Iva.
La nostra indagine sul costo della prima visita per un cucciolo di cane di sei settimane è stata svolta al telefono nelle prime settimane di gennaio. Sono stati contattati 149 tra ambulatori e cliniche veterinare in sei città (Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino). Si è chiesto non solo il costo della prima visita, ma anche in che cosa consiste e se ci fosse un servizio di pronto soccorso. Infine, si è domandato a quanto ammonta la spesa per l’applicazione del microchip, che per i cani è obbligatorio per legge.

Come si vede nella tabella, c’è una differenza notevole di costi tra una città e l’altra, mentre con i costi medi si va dai 39 euro di Napoli ai 50 euro di Milano. A Milano, Torino e Bari abbiamo trovato anche strutture che chiedono circa 80 euro. Inoltre, altro dato interessante: 20 ambulatori su 149 propongono una prima visita gratuita per conoscere l’animale. In generale possiamo concludere che gli ambulatori sono più economici delle cliniche. A differenza dell’ambulatorio più tradizionale, le cliniche sono strutture più grandi dove operano più veterinari, che possono avere orari prolungati e che offrono un servizio di degenza.
Ma in cosa consiste la prima visita? Alcuni veterinari hanno detto che visitano il cane, controllando occhi, denti, orecchie, pelo, temperatura, battito cardiaco, respirazione, tono muscolare; in alcuni casi è incluso nel costo della prima vista anche l’esame delle feci, le vaccinazioni oppure la sverminazione. Quando non sono compresi nel costo della visita, si devono pagare a parte. Ad esempio, soltanto l’esame delle feci costa in media 23 euro. Il costo di una prima vaccinazione,
invece, si aggira sui 10 euro. Insomma, alla fine della visita si rischia di pagare una bella somma. Dato che dall’indagine comunque emergono differenze tra le strutture della stessa città, il consiglio è di fare un giro di telefonate a più ambulatori e cliniche e chiedere nel dettaglio cosa è compreso nella prima visita e quali sono gli eventuali costi aggiuntivi, così da poter fare una valutazione più approfondita.
Quante volte si va dal veterinario? Naturalmente più il cane o il gatto hanno bisogno del dottore (magari perché anziani) più si spende. Solo per fare un esempio: se nel primo anno di vita del cane si fanno le vaccinazioni, le relative visite dal veterinario sono almeno quattro (3 dosi più il richiamo).
Per molti sono spese pesanti ma necessarie. In molti hanno raccontato che considerano il loro cane o gatto un membro della famiglia e che quindi come si cura un essere umano, anche per gli animali si devono affrontare certe spese: oltre alle spese dal veterinario, c’è il costo dei farmaci in caso di malattia, anche perché solo in alcuni casi c’è la possibilità di acquistare un farmaco equivalente veterinario. Dal 2021 c’è però un’importante novità: è infatti possibile per il veterinario prescrivere un farmaco equivalente a uso umano purché abbia lo stesso principio attivo di quello destinato al nostro amico animale. In molti vorrebbero un aumento delle detrazioni delle spese veterinarie, la presenza di un pronto soccorso gratuito e la possibilità di beneficiare di visite veterinarie a tariffe calmierate.
Durante l’indagine si è chiesto alle 149 strutture interpellate gli orari di apertura e se disponevano di un servizio di pronto soccorso per le emergenze. Nel 54% dei casi gli ambulatori sono aperti solo durante i giorni feriali e non sono reperibili fuori dagli orari di visita: il 17% dal lunedì al venerdì, il 37% anche di sabato. Il 27% ci ha detto che per le emergenze è possibile contattarli al telefono. Solo il 19% ha un servizio di pronto soccorso aperto 24 ore su 24, spesso però non è ad accesso diretto: bisogna prima telefonare. Di fatto a offrire un servizio di pronto soccorso a pagamento sono le cliniche veterinarie, mentre gli ambulatori ci hanno detto di avere i nominativi di strutture alle quali rivolgersi per le emergenze, anche perché non è detto che l’ambulatorio possa fare gli accertamenti del caso come radiografie o interventi chirurgici.
È quindi innegabile che gli animali domestici portino serenità nelle case, di conseguenza le persone sono disposte ad affrontare i costi di una sanità privata, che in molti casi si fa sentire sul bilancio familiare.