Cosa sarà mai inviare un sms o dare una sbirciatina al web mentre si è al volante? La risposta sulle conseguenze di quello che potrebbe sembrare un innocuo momento di distrazione la danno diversi studi sulla sicurezza stradale: bastano pochi secondi, frazioni di un momento, a compromettere del tutto la nostra incolumità.e quella di chi viaggia con noi.
Anche i recenti dati raccolti dalla Polizia stradale confermano questa tendenza : sono i guidatori distratti la causa principale di incidenti.
Le inchieste confermano anche, che la distrazione è spesso dovuta all’uso del cellulare che quindi è il fattore di maggior rischio di incidente.
Dai racconti degli automobilisti emergono i loro comportamenti al volante : se indossano sempre la cintura di sicurezza o se violano i limiti di velocità; gli incidenti in cui sono stati coinvolti (in genere per avere ignorato la distanza di sicurezza o per non aver datola precedenza) nonché le loro opinioni in tema di guida e sicurezza.
Le risposte fornite dai guidatori pongono l’attenzione sull’azzardo dell’uso del telefono, ma anche su molti altri rischi spesso sottovalutati come alcol, velocità eccessiva e violazione di regole basilari.
Quello che emerge è che ci sono precise azioni maggiormente correlate al rischio di incidenti. Il profilo esplosivo è quello di chi in auto usa il cellulare, corre troppo, si distrae ed è aggressivo con gli altri.
Oggi il maggiore pericolo stradale è rappresentato dagli automobilisti digitali, con lo smartphone in una mano e il volante nell’altra.
Sulla guida distratta anche l’età risulta un fattore discriminante. Sono infatti gli automobilisti fino a 45 anni quelli che tendono a usare maggiormente lo smartphone mentre guidano. In particolare tra i più giovani (fino a 25 anni) ben il 46% afferma di mandare messaggi quando è al volante: si tratta di una percentuale quasi doppia rispetto al dato generale. Questo anche se nel Codice della strada è stata inserita una modifica relativa all’uso dei dispositivi digitali, che però rischia di essere vanificata dalla carenza di controlli.
Per quanto riguarda la guida in stato di ebrezza, il 13% degli automobilisti dichiara di aver guidato anche se aveva bevuto. Sebbene la stragrande maggioranza ritenga molto rischioso guidare quando si è un po’ brilli, per alcuni la probabilità di fare un incidente in questo stato è molto bassa se si guida con prudenza. Peccato invece che l’alcol, tra i vari effetti, tende proprio a liberare da ogni freno inibitore e riduce drasticamente la percezione del pericolo, allungando i tempi di reazione.
Un altro punto debole tipicamente italiano è l’uso delle cinture di sicurezza, solo tre automobilisti su quattro dicono di usarle sempre in città.
Ancora una volta c’è un legame tra un certo modo di pensare e il comportamento tenuto al volante. Questa leggerezza italiana, infatti, è correlata anche alla propensione degli italiani di superare il limite di velocità. Alla base c’è il convincimento di farla facilmente franca: un automobilista su cinque ritiene che il rischio di essere multati per eccesso di velocità sia molto basso, ma la percezione è ancora più diffusa tra chi tende a correre troppo.
Oltre alla propensione per l’eccesso di velocità, preoccupa il fatto che un automobilista su due non rispetti sempre la distanza di sicurezza e uno su tre abbia la pericolosa abitudine di incollarsi all’automobile che lo precede per potere passare in fretta, comportamenti che sono all’origine di molti incidenti evitabili.
Per informazioni più approfondite e dati precisi rimandiamo a questo articolo di Altroconsumo file:///Users/claudiapianezze/Downloads/INC367_012015_sicurezza%20stradale.pdf
