Dopo la pandemia e con la guerra in Europa, la precarietà del lavoro, i disastri naturali per il cambiamento climatico, resta un presente incerto. E i giovani sono più sensibili e consapevoli di eventuali rischi. La pandemia ha allenato la mente a ragionare per sottrazione. Sottrarre per sperare di recuperare nel futuro parte di un passato mancato. Durante il lockdown, lo schermo di telefonini, tablet e computer è diventato la finestra liquida sulla scuola per la Generazione Z, quella sull’ufficio per i Millennials e la Generazione X. Tutti e tutte volevano connettersi per disconnettersi dal senso di smarrimento e paura.
Giovani più consapevoli
Oggi, con la guerra in Europa, la precarietà del lavoro, e i disastri naturali per il cambiamento climatico, resta un presente incerto. E i giovani sono più sensibili e consapevoli di eventuali rischi. Lo dimostra uno studio realizzato da Ipsos per Ania, associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. I ragazzi e le ragazze risultano più propensi a trovare delle soluzioni per sgomberare i timori legati al loro tempo: sette su dieci sono interessati a fare un check up assicurativo. Significa che vorrebbero analizzare la propria situazione e capire come potrebbe evolversi il loro percorso di vita.
Generazione Z e Millennials
L’indagine di Ipsos diventa quasi una bussola per interpretare le angosce dei nativi digitali e le consolidate attitudini di adulti e adulte. Il ventaglio di preoccupazioni cambia durante il ciclo di vita. La Generazione Z è quella più spaventata dai danni degli eventi atmosferici. Il 40% di loro è preoccupato per l’ambiente (la media di tutti gli intervistati è del 33%). Ai giovani-adulti inquieta molto di più degli altri il cyber risk e gli infortuni, anche perché in tanti e tante fanno sport. I Millennials invece risultano i più allarmati per le incertezze occupazionali: quindi reddito e lavoro (54% su una risposta media di tutte le generazioni del 48%).
Generazione X e Baby boomers
Spaventa la Generazione X: il futuro della famiglia e dei figli, ma anche la pensione: ne vorrebbero una adeguata alla propria qualità della vita. Gran parte dei Baby boomers ha paura di ammalarsi e di convivere con la solitudine. La loro maggiore preoccupazione si intreccia alle cure e all’autosufficienza (77% rispetto al 66% di media di tutti gli altri intervistati). Un altro dato emerge e sorprende: i timori femminili che raggiungono una percentuale più alta della media quando riguardano cure, famiglia, lavoro. Perché spesso, soprattutto sulle donne, cade il peso dei lavori domestici e di cura non retribuiti e l’accudimento di figlie e figli.