“Il futuro lo inizi a costruire nel presente.”
Pianificare il futuro? Vuol dire anche proteggersi in modo efficiente. L’imprevisto per definizione può cogliere impreparate anche le persone previdenti: su questo le coperture assicurative possono giocare la loro parte nel portafoglio.
Assicurazioni: aiuto concreto o spesa difficile da giustificare? Negli ultimi due anni sicuramente la percezione degli italiani in tema di assicurazioni si è evoluta, l’imponderabile si è avverato e le persone hanno compreso l’importanza di proteggersi (proteggere se stessi, proteggere la famiglia, la salute, ma anche i propri risparmi) e dunque di pianificare il proprio futuro, un concetto che abbraccia tutti i rami assicurativi. È cambiata la prospettiva: partire dai tuoi sogni, dai tuoi desideri, dai tuoi obiettivi di vita per gettare le basi corrette per il tuo futuro, anticipando quello che ti potrà accadere, non basandosi esclusivamente su quello che ti è già successo. Saper pianificare il futuro, anche in ambito assicurativo, ha un vantaggio: consente di liberare ulteriori risorse, fisiche, mentali ed economiche, da investire in altro o per pianificare altri progetti.
Pianificazione finanziaria
La pianificazione finanziaria è quel processo che porta la persona, l’investitore, ad analizzare i suoi bisogni e le sue aspettative di vita in modo accurato, tramite un percorso sia analitico che di valori. Come detto, una corretta pianificazione finanziaria ha come punto di partenza la definizione dei propri obiettivi ed il tempo diventa un fattore fondamentale. Non è mai troppo presto (perché a volte può essere troppo tardi) per pianificare i propri investimenti: il profilo di rischio è modulabile in base all’età della persona ed alle sue esigenze. Crescendo, l’esigenza di consolidamento e della protezione della propria famiglia e delle generazioni successive (figli e nipoti) è l’obiettivo principale su cui si basa la pianificazione finanziaria. L’intento in questo caso è di garantirsi un futuro tranquillo sia per sé che per i propri cari, anche studiando nel tempo un corretto passaggio generazionale.
È perciò fondamentale capire come pianificare in modo corretto i propri investimenti. Come farlo? Una buona pianificazione finanziaria parte da un’analisi finanziaria della propria situazione familiare, così da comprenderne il bilancio (entrate, uscite, spese programmate nel tempo). La corretta stesura di un piano finanziario permetterà di identificare e ridurre gli sprechi, gestire in modo più efficace le risorse e raggiungere gli obiettivi di consumo e risparmio.
La strategia può essere costruita in partnership, in condivisione con una figura professionale, che ha l’esperienza per porre le domande utili a far emergere i veri valori che muovono una persona e dai quali far scaturire idee ed azioni che portino ai risultati prefissati. Il consulente finanziario può essere un ottimo alleato in questo percorso.
Pianificazione previdenziale
Comunemente l’aggettivo “previdenziale” viene utilizzato come sinonimo di “pensionistico”, cioè relativo alla pensione e, in generale, alla fase della vita post lavorativa. Ma a ben vedere il vero significato è più ampio. “Previdenza” è la qualità di chi si premunisce, tutelandosi per tempo da future difficoltà. Dunque è innanzitutto la qualità di chi analizza tutto il percorso evolutivo della propria famiglia, valuta i rischi a cui via via questa è sottoposta, individua razionalmente le soluzioni di protezione più opportune.
Esempio: occorre tener presente che una famiglia è tanto più fragile quanto più la capacità di produrre reddito è concentrata su di una sola persona, dunque occorre premunirsi dal rischio che si perda questa capacità, non solo per decesso, ma anche per un infortunio o una malattia invalidante; occorre valutare ciò che in questi casi viene garantito dal sistema pubblico di protezione sociale ed eventualmente intervenire integrando le tutele con gli strumenti privati che il mercato assicurativo mette a disposizione. Inoltre occorre tener conto dei figli, ed in particolare della loro necessità di completare un percorso di studi che li conduca alla realizzazione professionale e all’autonomia economica: anche in questo caso, un evento sfortunato che colpisca chi produce reddito potrebbe compromettere questo percorso e può essere opportuno tutelarsi con piani di accumulo specificamente finalizzati. Poi chiaramente esistono i rischi della terza età, non solo relativamente alla capacità della pensione pubblica di sostituirsi al reddito da lavoro, ma anche connessi al fatto che le esigenze possono sensibilmente aumentare, come conseguenza ad esempio della perdita dell’autosufficienza che purtroppo spesso accompagna le ultime fase della nostra vita.
Operare una corretta pianificazione previdenziale significa dunque guardare con lucidità al proprio futuro ed a quello dei propri cari, valutando come meglio orientare le proprie scelte di risparmio. E’ chiaro che ciò non implica necessariamente coprirsi da tutti i rischi che caratterizzano il nostro ciclo di vita. La cosa importante è però che qualunque scelta non sia legata al caso ma derivi da un corretto esame della condizione attuale e prospettica della propria famiglia: dunque, appunto, scaturisca da una corretta pianificazione previdenziale.
Pianificazione della vecchiaia
Una delle principali problematiche è che spesso si tende a non prendere in considerazione la pianificazione della propria longevità. Non esiste una ricetta standardizzata per la pianificazione, ma vi è una regola d’oro: il momento migliore per affrontare il tema è oggi. In questo senso è opportuno pianificare prima che determinati eventi accadano e fin quando si è in grado, perché altrimenti si rischia che il proprio progetto venga travolto da eventi imprevisti e imprevedibili.
Da questo punto di vista, l’ordinamento giuridico italiano offre diversi strumenti: il testamento, la donazione, il contratto di mantenimento, le polizze assicurative, il fondo pensione o il patto di famiglia.
Per quanto riguarda le soluzioni di tipo assicurativo, per esempio, si può iniziare a pensare alla salute, prima che si verifichino situazioni che potrebbero compromettere la stabilità economica della famiglia. Ci sono polizze che offrono un indennizzo in caso di importanti malattie, offrendo assistenza anche post intervento chirurgico, così da non dover gravare sul partner o sui figli. Altre invece, tutelano nello specifico l’eventualità della non autosufficienza. In questo caso, viene riconosciuto un indennizzo che copre le spese derivanti dall’impossibilità di svolgere autonomamente le normali funzioni quotidiane. Se, invece, si opta per un prodotto assicurativo sulla vita si può prevedere l’erogazione di un capitale al marito o alla famiglia in ottica di passaggio generazionale o per sostenere eventuali spese impreviste a seguito della scomparsa dell’assicurato.
Pianificazione in caso di morte
Le assicurazioni sulla vita consentono di rispondere a differenti bisogni personali e familiari: infatti, possono costituire una forma di protezione, diventare un sostegno economico per la vecchiaia o rappresentare un’opportunità di risparmio e/o investimento. Servono a proteggerci economicamente dai rischi legati a una malattia o a una morte prematura.
Una polizza vita protezione ha proprio questa finalità: tutela l’assicurato e i beneficiari designati da contratto (ad esempio, il nucleo familiare) da eventi negativi come morte, invalidità permanente, perdita di autosufficienza e malattie gravi che, colpendo uno dei percettori di reddito in famiglia, possono compromettere non solo l’esistenza o la salute di una persona, ma anche l’integrità economica del coniuge o dei figli dell’assicurato. A maggior ragione se tali eventi accadono prematuramente, inaspettatamente o in presenza di debiti significativi non ancora estinti.
In particolare, facendo riferimento alla TCM (assicurazione temporanea a copertura del rischio di morte”, che prevede una prestazione nel caso in cui l’assicurato muoia entro un periodo di tempo predefinito, il contratto prevede il pagamento di un capitale assicurato, che può essere costante per tutta la durata del contratto, crescente in funzione di parametri (ad esempio, l’inflazione) oppure decrescente, come quando è in funzione dell’andamento del debito residuo del mutuo o del finanziamento cui l’assicurazione può essere connessa. Spesso a questa garanzia viene associata quella di invalidità totale e permanente, che offre copertura nel caso l’assicurato perda la capacità all’esercizio della propria professione. Se il contratto copre sia la morte che l’invalidità, una volta che si è verificata quest’ultima, dando quindi luogo alla liquidazione totale o parziale del capitale assicurato (in funzione di quanto previsto dal prodotto), il contratto si estingue ovvero rimane in vigore per il capitale residuo che verrà liquidato in caso di decesso avvenuto successivamente.