LA PANDEMIA E LA CONSEGUENTE CRISI ECONOMICA STANNO RIPORTANDO D’ATTUALITÀ UNO DEI MAGGIORI TIMORI DEGLI ITALIANI DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI: L’INCUBO DI UNA PATRIMONIALE NECESSARIA A PAGARE I DEBITI CHE STIAMO CONTRAENDO CON L’EUROPA. IL RISCHIO DI UN PRELIEVO FORZOSO SUL CONTO CORRENTE, DEL RITORNO DELL’IMU SULLA PRIMA CASA, O DELL’AUMENTO DELLA TASSAZIONE SUI REDDITI DA CAPITALE E LAVORO È REALE.
La pandemia e la conseguente crisi economica stanno riportando d’attualità uno dei maggiori timori degli italiani degli ultimi trent’anni: l’incubo di una patrimoniale necessaria a pagare i debiti che stiamo contraendo con l’Europa. Incubo che nella Spagna si è realizzata in queste ore e chissà che – sotto la pressione della Commissione Europea e dei paesi cosiddetti frugali – anche l’Italia non si appresti a introdurre nuovamente la patrimoniale. Ma sotto forma di cosa? Sulla casa? Sui salari più alti? Sui risparmi e conto corrente?
Stangata sulla prima casa: l’IMU dell’Europa
Ci riprovano. Ma questa volta è l’Europa direttamente a chiedere all’Italia di rimettere l’IMU sulla prima casa per abbassare le tasse sul lavoro: questa la proposta del commissione per l’Economia dell’Unione Europea, Paolo Gentiloni…si, proprio l’ex premier italiano. Una stangata che gli italiani non possono permettersi, proprio mentre il governo italiano sospende il pagamento della seconda rata dell’IMU per chi ha subito gli effetti delle restrizioni del DPCM del 24 ottobre 2020.
Il commissario Ue per l’Economia ha così ammesso che i principali problemi individuati dalla Commissione sono l’elevato carico fiscale che grava sul lavoro e l’elevato livello di evasione fiscale; dunque questo darebbe fiato e giustificazione per mettere le mani nei portafogli, vuoti, degli italiani. Una notizia che fa rabbrividire anche Giorgia Meloni.
Gentiloni chiede che torni l’Imu sulla prima casa? Invece di aiutare gli italiani in ginocchio, tentano ancora una volta di mettergli le mani nelle tasche. Non glielo permetteremo: la prima casa è un bene sacro, non tassabile e non pignorabile. Gentiloni smentisca immediatamente questa follia.
Perche l’IMU deve essere reintrodotta
La motivazione del perchè l’IMU non è apprezzata dall’Unione Europea non si fa attendere: il commissario all’economia dell’UE, Paolo Gentiloni, il 15 ottobre, in risposta all’interrogazione dell’europarlamentare Silvia Sardone, ammette che i principali problemi individuati dalla Commissione sono l’elevato carico fiscale che grava sul lavoro e l’elevato livello di evasione fiscale.
L’analisi dimostra che, abolendo l’esenzione dell’IMU sull’abitazione principale (con diversi gradi di progressività) e utilizzando le entrate supplementari per ridurre la tassazione sul lavoro, si fornirebbero maggiori incentivi a lavorare, determinando ripercussioni positive sulla crescita economica; si tratta chiaramente di una raccomandazione dell’UE.
Sappiamo però che per mantenere gli equilibri monetari e fiscali, spesso le raccomandazioni europee si sono tradotte in nuove tasse; dunque non ci resta che aspettare e sperare.
La Spagna introduce la patrimoniale sui redditi alti
Lo spauricchio della patrimoniale in Spagna è legge: con la legge di bilancio, Madrid incrementa i prelievi sui redditi delle persone più ricche e lo fa sia sul patrimonio finanziario che sul reddito di lavoro; questo intervento si è reso necessario per sostenere gli investimenti pubblici per la Spagna che arrivano a quasi 240 miliardi di euro (aumento degli stipendi dei lavoratori pubblici e per le pensioni, e una maggiore spesa per l’assistenza sanitaria, l’istruzione e le infrastrutture).
La Spagna aumenta le tasse ai super ricchi: la legge di bilancio del governo spagnolo incrementa prelievi sui redditi sopra i 200.000 euro. Solo due settimane fa il parlamento di Madrid aveva approvato web tax e imposta sulle transizioni finanziarie.
I paperoni spagnoli – con redditi da capitale oltre 200.000 euro – si vedranno un prelievo del 3%; mentre chi percepisce un reddito dal lavoro oltre i 300.000 euro, si vedrà un incremento della tassazione del 2%, passando dal 45 al 47%. Una misura che toccherà poche decine di migliaia di cittadini. S
econdo le fonti spagnole sono poco meno di 17.000 i cittadini spagnoli con un reddito di lavoro superiore a 300.000 euro; inoltre, secondo i dati del tesoro, se si aggiunge l’aumento sul reddito da capitale, l’aumento dell’imposta potrebbe colpire in totale 36.200 contribuenti, lo 0,17% del totale.
Per i patrimoni più consistenti oltre i 10 milioni di euro, invece la tassa patrimoniale sarà dell’1%.
La Spagna finanzia le pensioni con la patrimoniale
L’aumento delle entrate contribuirà a finanziare l’aumento degli stipendi dei lavoratori pubblici e per le pensioni, e una maggiore spesa per l’assistenza sanitaria, l’istruzione e le infrastrutture.
I leader del governo hanno anche confermato che, in termini di spesa, approveranno entro il 2021 un aumento dello 0,9% delle pensioni, in linea con le previsioni di inflazione per il prossimo anno (9,76 milioni di pensionati beneficeranno del provvedimento) e che anche gli stipendi dei dipendenti pubblici aumenteranno della stessa percentuale.
Le pensioni minime e non contributive, che quest’anno sono aumentate del 3%, il prossimo anno aumenteranno dell’1,8%. Il progetto di bilancio aumenta significativamente gli investimenti nella sanità pubblica: quasi 3,1 miliardi di euro in più, o un aumento del 151,4%, secondo Sánchez.
Dobbiamo aspettarci l’incubo della patrimoniale in Italia?
Nel nostro Paese non esiste una vera e propria imposta patrimoniale soggettiva; tuttavia, ci sono molteplici imposte che colpiscono il patrimonio e, in particolar modo, alcuni beni mobili e immobili. Tali imposte, tuttavia, sono singole.
Una tassa patrimoniale, intesa nella forma soggettiva, che andrebbe a colpire la generalità del patrimonio con un unico sistema di aliquote, non è stata, ancora, introdotta. Per fare alcuni esempi pratici, nel nostro Paese ci sono alcuni prodotti finanziari che sono già colpiti da una sorta di tassa patrimoniale: pensiamo al conto corrente, al deposito titoli, ai Buoni postali su cui sono applicati i bolli, che in realtà fungono da piccolo prelievo sulle giacenze oltre i 5.000 euro.
L’Italia però ha già vissuto la patrimoniale in due momenti storici: nel 1992 con l’allora governo Giuliano Amato, per reagire alla svalutazione della lira, si introdussero due imposte straordinarie, ovvero il prelievo forzoso sui conti correnti (del 6 per mille), e l’imposta straordinaria sugli immobili (Isi, trasformando la vecchia Invim decennale). Poi nel 2011 con l’allora ministro dell’economia Tremonti Giulio che introdusse i bolli sui prodotti finanziari, che sono rimasti tuttora, e sono aumentati allo 0,2% e l’introduzione dell’IMU in sostituzione dell’ISI, andando tuttavia ad aumentare l’importo.
Si trattò di interventi dettati da momenti economici e finanziari in cui i conti pubblici italiani era sotto stress. Oggi la situazione è diversa per i diversi meccanismi di funzionamento dell’UE e con l’intervento della BCE ad acquistare Titoli di Stato però questo non deve farci dormire sonni tranquilli sull’ipotesi di un inasprimento della tassazione sui beni mobili ed immobili.
Le forme possibili della patrimoniale
Le modalità con cui il governo potrebbe prelevare denaro dalle tasche degli italiani sono diverse: alcune già esistono come l’IMU, ma per fortuna non sulla prima casa, e il bollo sui prodotti finanziari; dunque potrebbero essere ulteriormente innalzati.
Un prelievo forzoso dal conto corrente è un incubo che vedrebbe milioni di italiani depredati delle loro somme dal conto corrente. Scelta politicamente impopolare. Sulle donazioni e successioni, l’imposta è bassa nei trasferimenti di proprietà sugli assi ereditari diretti, quindi si può immaginare un innalzamento del prelievo in caso di successioni.
Come difendersi dalla patrimoniale
Come proteggersi eventualmente da una patrimoniale? Dalle varie patrimoniali sono attualmente esenti la prima casa e il patrimonio accantonato in fondi pensione e prodotti assicurativi di tipo “vita pura”, maa basterebbe una modifica normativa per imporre anche su questi patrimoni una tassa.
Sulla prima casa nulla si può fare. Un consiglio è di ridurre le giacenze di liquidità per mitigare i rischi estremi di prelievo; infatti il prelievo forzoso può essere disposto dallo Stato direttamente sui conto correnti senza richiedere il consenso del titolare.
Trasformare, se possibile, alcuni fondi di investimento a scopo previdenziale in fondi pensione per ridurre il rischio mantenendo le finalità. Occhio però ai costi: se questa operazione dovesse costare tanto, meglio sostenere un prelievo minore.
Nel 1992 il prelievo fu del 0,6%. Trasferire parte del patrimonio all’estero è consigliabile per valori importanti che giustifichino i costi amministrativi.
Altre strade, per le quali però si consiglia di rivolgersi sempre al proprio professionista fiscale di fiducia, possono essere quelle di:
- acquistare monete d’oro che potranno essere scambiate presso un operatore professionista. Attenzione alle quotazioni dell’oro che sono tendezialmente anti-cicliche e alle modalità di acquisto; inoltre, per somme superiore a 12.500 euro l’operazione va segnalata all’UIF. Lo stato potrebbe quindi venire a saperlo e la tutela a questo punto svanire;
- acquistare diamanti: in questo caso però si è dinnanzi ad un mercato illiquido e con alte commissioni per gli operatori professionisti intermediari delle operazioni di compra vendita;
- avere soldi contanti sotto il materasso: attenzione alle somme prelevate di volta in volta con il limite di 10.000 euro per non far scattare le segnalazioni; c’è però da aggiungere il rischio di rapine e perdita totale.
Non sapendo come potrà essere la patrimoniale è molto difficile sfuggire anzitempo all’imposta, considerato che non vi sono delle certezze sulle modalità di applicazione. Le scelte della Spagna di tassare i redditi e i patrimoni alti, potrebbe però essere un’indicazione da tenere a mente.
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