Le lunghe liste d’attesa del nostro Servizio sanitario nazionale sono un problema annoso, che con il Covid si è ulteriormente aggravato. Si stima che solo tra il 2019 e il 2020 siano state circa 30 milioni le prestazioni, tra visite ed esami, rinviate a causa della pandemia (secondo i dati del Ministero della Salute). Una questione a cui si sta facendo fronte ma che, nel frattempo, potrebbe spingere sempre più i cittadini verso le strutture private, caratterizzate da meno attesa, ma anche da più spesa.
Se è vero che generalmente nel privato si spende più che nel pubblico, in alcuni casi è anche possibile trovare prezzi non così lontani dal costo del ticket. Ma, soprattutto, sono molto alte le possibilità di risparmio tra una struttura privata e l’altra: si può arrivare a differenze di prezzo anche del 506% nella stessa città e fino al 1.116% tra una città e l’altra.
Lo dimostra un’indagine di Altroconsumo, in cui sono stati rilevati i prezzi di cinque prestazioni ( ecografia addome, gastroscopia, visita ginecologica, risonanza magnetica alla colonna e elettrocardiogramma) in 195 strutture di 10 città. Quello che è emerso è che Palermo è in media la più economica, Milano, come potevamo ipotizzare, la più cara.
I fattori che incidono sulla scelta della struttura privata in cui fare una visita o un esame possono essere molti:
– il medico;
– il prestigio del centro;
-la comodità;
-la personalizzazione del servizio;
ma anche il costo ha il suo peso.
Prenotare con il Ssn è il modo in cui si risparmia di più, anche se le attese a volte possono essere troppo più lunghe.
Quando si parla di salute e sanità, le attese possono essere difficili da sopportare, soprattutto perché una diagnosi precoce può aumentare in modo considerevole l’efficacia della cura, così come possono esserci altre ragioni a spingere verso il privato, tra cui le convenzioni dirette con le assicurazioni e i fondi sanitari sempre più diffusi: l’80% delle strutture analizzate ne ha una.
Dall’indagine emerge che i costi per lo stesso esame o visita privata possono cambiare davvero di molto, sia nella stessa città che lungo lo Stivale, tra una città e l’altra.
Nell’articolo di Altroconsumo vengono riportati diversi esempi nelle maggiori città:



Ad ogni modo per gli elevati costi medi rilevati, subito dopo Milano c’è Torino, con prezzi più alti del 150% rispetto a Palermo, seguito poi da Roma e Firenze, a + 50% circa.

L’inchiesta ha anche considerato se presso le strutture private si spende più o meno rispetto all’intramoenia, ovvero l’attività privata svolta dai medici all’interno degli ospedali pubblici, che garantisce al cittadino la scelta del professionista e tempi più rapidi rispetto alla prenotazione tramite il Ssn.
Mediamente il costo di visite ed esami è più o meno simile a quello dei centri privati puri. Però anche in questo caso bisogna considerare una grande variabilità di prezzi nello stesso ospedale, proprio perché il costo della prestazione dipende dal medico.
In conclusione, rispetto alla stessa inchiesta del 2018, i singoli prezzi sono tendenzialmente gli stessi ma continua a esserci una grande variabilità, in particolare nelle città più grandi dove ci sono più strutture e di conseguenza una grande concorrenza.
Per quanto riguarda i tempi d’attesa si parla in media di circa una settimana o poco più; rispetto al 2018 c’è una leggera tendenza all’aumento, il che è probabilmente indice di una maggiore richiesta nei confronti del privato.
Piuttosto significativo è l’aumento di strutture che permettono di prenotare dal sito gran parte delle prestazioni private: sono circa il 30% (soprattutto nelle città del Nord): si tratta di un segnale positivo ma di un’opportunità non ancora fornita alle prestazioni convenzionate con il Ssn erogate da questi centri. Un altro importante dato da fornire è che il 70% di queste strutture permette visite anche dopo le 16.00 e il 30% il sabato mattina questo è sicuramente un fattore importante per la scelta di quegli utenti che lavorano durante la settimana e preferiscono fissare appuntamenti nei propri orari liberi.