MASSIMIZZARE I RENDIMENTI SFRUTTANDO LE OSCILLAZIONI DEL MERCATO E RISPARMIARE SULLE TASSE. PAC: UN SOLO STRUMENTO PER TUTTO QUESTO
Le opportunità arrivano raramente: Quando piove oro, mettete fuori il secchio, non il cucchiaio (W. Buffett).
Ammettiamolo, il sogno proibito di qualsiasi investitore è quello di entrare sui mercati quando questi sono appena crollati, sfruttarne i prodigiosi rimbalzi, salvo poi uscire immediatamente prima che crollino nuovamente. Per molti (o forse più correttamente, per tutti) una chimera.
Inutili tutti gli sforzi alla ricerca di previsioni finanziarie di sedicenti guru o blasonate case d’investimento per riuscire ad individuare il timing d’ingresso ottimale. Le probabilità di successo sono sempre pari alla casualità; troppe le variabili in gioco.
Alcuni strumenti finanziari, però, vengono in nostro aiuto per sfruttare al meglio tutte le fasi del mercato azionario. Primo fra tutti il famoso Piano di Accumulo (PAC) che in modo automatico permette di impostare la giusta strategia valorizzando quelli che sono i 3 aspetti fondamentali per ottenere risultati consolidati in finanza:
- Timing: l’individuazione del momento opportuno;
- Disciplina: comprare sistematicamente in ogni condizione di mercato;
- Comportamento: mantenere i nervi saldi anche quando il mercato è instabile.
In un mondo iperconnesso che viaggia a ritmi sempre più veloci, i mercati finanziari non si sottraggono al dinamismo e ai repentini cambi d’umore e dunque anche il piano di accumulo deve essere interpretato attivamente.
Seguire un piano d’investimento automatico che ci consenta di investire quando il mercato sale ma, soprattutto, quando scende, è già un ottimo comportamento, ma ha un limite dettato dalla rigidità. Potremmo ottenere molto di più se imparassimo ad incrementare l’importo della rata o ad effettuare versamenti aggiuntivi durante le fasi di ribasso per poi lasciarla stabile e più bassa nel successivo momento del recupero. Il principio è esattamente questo: le fasi di ribasso rappresentano sempre formidabili opportunità d’acquisto visto che il percorso di crescita dell’economia globale è inesorabile.
Perché limitarsi ad investire la stessa cifra nel momento in cui si presenta l’occasione di ingresso a sconto? Questa è la strategia ideale per costruire progressivamente l’investimento azionario anche per quegli investitori che sono più spaventati delle fisiologiche oscillazioni del mercato. Non scordiamoci che in un contesto di rendimenti obbligazionari sempre più compressi, i risultati a medio termine non possono che arrivare dall’investimento azionario.
Quale investimento mi fa risparmiare sulle tasse? Investire con la prospettiva di guadagnare dal nostro investimento è una cosa che piace a tutti. Chiunque vorrebbe poterlo fare, chiunque vorrebbe saperlo fare (e sono due cose diverse). Fortunatamente ci sono strumenti finanziari più convenienti di altri. Quindi, quale investimento mi fa risparmiare sulle tasse? Le disposizioni di legge italiane hanno elevato, dal 2014, i prelievi sugli investimenti finanziari. Qualunque prodotto serva ad investire in Borsa viene tassato, da quella data, al 26%, ossia, ogni performance ottenuta deve essere decurtata di quella cifra, prima di poter essere goduta. Quindi, se avete ottenuto, per esempio, 1.000 euro in un anno da un vostro investimento, in realtà essi sono 740. Da questi poi vanno tolti i costi, che variano a seconda della banca, del broker e dello strumento che avete usato. Ah, e non scordatevi l’inflazione, che non potete certamente eliminare.
C’è un’eccezione, però, a questa uniformità: i titoli di Stato. Che, per essere resi ancora più appetibili ad una popolazione che nel passato li ha molto usati, hanno una tassazione ben più bassa, al 12,50%. Nell’esempio di cui sopra, quindi, i vostri 1.000 € diventano 875. Per il resto, ahinoi, resta valido quanto detto prima su costi e inflazione. Ma è tutto qui? No, chiaramente. Quindi, quale investimento mi fa (più) risparmiare sulle tasse?
C’è un investimento che fa risparmiare sulle tasse più dei semplici titoli di stato: si tratta delle polizze vita. Questo perché le polizze vita presentano due importanti vantaggi fiscali. Il primo è il cosiddetto “differimento delle tasse” o tax deferral: esso permette di posticipare la tassazione della polizza vita al momento dell’erogazione del capitale o della rendita; il secondo è la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze: qui il prelievo si applica sul risultato netto dell’investimento (si ha cioè subito una compensazione tra minusvalenze e proventi come dividendi, interessi o plusvalenze). Nei prodotti finanziari “normali” avviene un’altra cosa, più complessa. Negli investimenti in titoli azionari o obbligazionari, infatti, i dividendi e gli interessi sono tassati al momento in cui vengono erogati. In questo caso le minusvalenze possono essere compensate solo con le plusvalenze realizzate successivamente al momento in cui emergono le perdite.
E’ quindi evidente come le polizze vita, tra l’altro generalmente impignorabili e insequestrabili, rappresentino un reale investimento che faccia risparmiare sulle tasse.