Nell’ultimo anno c’è stato il ritorno dell’inflazione causato da diversi fattori. Ma cos’è esattamente l’inflazione?
Nel mercato, la variazione dei prezzi è un processo economico normale e fisiologico e i prezzi possono subire oscillazioni in qualsiasi momento, aumentando o diminuendo. Ma quando riguarda non riguarda un solo prodotto, ma i beni e i servizi nella loro totalità e vede un aumento incontrollato di tutti i prezzi, allora ci si trova di fronte al fenomeno denominato inflazione. Il termine latino significa letteralmente “gonfiatura“: indica un aumento prolungato e generalizzato del livello medio dei prezzi. Alcune variazioni di prezzo sono più importanti di altre, perciò nel calcolare l’incremento medio dei prezzi si attribuisce un peso maggiore alle variazioni dei beni e servizi per i quali i consumatori spendono di più, come l’energia elettrica, rispetto a voci di spesa meno significative, come lo zucchero.
Quali sono le cause?
È molto difficile stabilire quali siano le cause dell’inflazione. Economisti e studiosi ne hanno individuato una serie, prendendo in considerazione che, nel 2022, oltre al rincaro delle materie prime e le riduzioni degli approvvigionamenti, causate dalla Pandemia, si è aggiunta la guerra tra Russia e Ucraina che ha causato:
- l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime industriali
- il rialzo della quotazione delle derrate agricole alimentari: grano, mais, cereali, di cui sia la Russia che l’Ucraina sono tra i primi produttori ed esportatori al mondo.
La conseguenza diretta dell’inflazione è la perdita di potere d’acquisto della moneta e quindi un’erosione della capacità di procurarsi beni e servizi da parte dei consumatori. In parole più semplici, a parità di euro spesi si possono acquistare un minor numero di beni e prodotti. Il primo costo a salire è quello delle bollette, cresciute nei mesi scorsi di quasi il 60%. La spesa di una famiglia italiana media in un anno salirà del 71% per il gas e dell’83% per l’energia elettrica.
Torna dunque un’inflazione che non si vedeva più da decenni:
- nell’eurozona al 7,5%, con la punta della Spagna al 9,8%,
- negli Stati Uniti ha toccato il 7,9%.
- a settembre 2022 l’ISTAT ha registrato, in Italia, un aumento del +8.9% e nel mese di ottobre, +11.8%, un record dal 1984.
Cosa succederà nei prossimi mesi?
Non si sa ancora bene dove arriveremo e che picchi di inflazione toccheremo ma una cosa è certa: i prezzi cresceranno. Le stime previsionali rese note dalla Commissione europea e dalla Banca europea sono unicamente costruite su modelli che considerano cambi politici, come potrebbero essere il procedere della guerra, l’interruzione delle forniture del gas dalla Russia o altro. Tali variabili, infatti, porterebbero ad una strutturale modifica dei costi di produzione per le imprese con conseguente aumento dell’inflazione.

Ma come rimediare?
Unione Nazionale dei Consumatori consiglia di rimandare gli acquisti non necessari e di impegnarsi nel confronto fra i prezzi dei diversi punti vendita in modo da trovare la convenienza per ogni bene di cui si ha bisogno. In particolare, si suggerisce di tararsi sui prezzi reali, quindi quelli al chilo ad esempio, per non incappare nella cosiddetta shrinkflation, vale a dire risparmio sì ma solo in apparenza, con confezioni più piccole che contengono meno prodotto.
Come risparmiare? Il nostro conto corrente è nemico dei risparmi.
Molti credono che sia possibile guadagnare con gli interessi riconosciuti dalla banca sui propri risparmi in forma liquida sul conto corrente. Ma lasciare depositato il denaro non è una scelta ottimale.
In primo luogo, al momento in cui scriviamo, le banche non corrispondono interessi attivisulle somme depositate. E pur avendoli, i nostri risparmi non manterranno il loro potere d’acquisto. Anche se nominalmente la somma sul nostro conto aumenterà, lo farà in maniera minore rispetto alla perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Ecco perché per combattere l’inflazione è buona norma avvicinarsi al mondo degli investimenti. Nel breve periodo uno dei modi migliori per combattere l’inflazione è distribuire i risparmi in investimenti a basso rischio, con un ritorno tra il 4% e il 6% annuo.