Un articolo di Ipsoa, che riporta le analisi di Ania e Ivass ,sottolinea l’aumento della sottoscrizione di polizze assicurative contro il cyber-rischio, per danni alla reputazione digitale, acquisti online e perdita di dati, o, ancora, per danni provocati da attacchi informatici. Lo rileva l’Ania nella relazione annuale 2021-2022. Le coperture assicurative offerte per le imprese e i professionisti coprono potenzialmente tutte le cinque fondamentali categorie di rischio: operativo, strategico, organizzativo, di pianificazione aziendale e reporting. In genere forniscono un ombrello protettivo nei confronti della responsabilità civile e dei danni dovuti a un’eventuale interruzione di servizio causata da attacchi informatici o altri danni ai sistemi, come la perdita di fatturato, e i costi relativi alle lesioni nell’immagine e nella credibilità dell’azienda attaccata.
Il rapporto Clusit 2022 ha registrato, in Italia e in Europa, nell’ultimo anno, un aumento degli attacchi informatici pari al 10% rispetto al periodo precedente, raggiungendo una media mensile di 171 attacchi, il valore più elevato mai registrato. A rendere più preoccupante il quadro, tuttavia, è l’aumento della “severity” di tali aggressioni, ovvero l’effetto che sono in grado di generare sull’operatività dei propri bersagli.
Gli attacchi con un impatto valutato come “elevato” sono infatti stati pari al 79% dei totali; erano solo il 50% l’anno precedente. In altre parole, la crescita qualitativa delle aggressioni è forse ancor più preoccupante di quella quantitativa, vista la pervasività delle possibili conseguenze.
In questo contesto che ruolo possono avere le assicurazioni?
Nonostante lo scenario descritto dal rapporto Clusit lasci presagire un’evoluzione preoccupante dei trend, la raccolta premi derivante dai rischi legati alla cyber-sicurezza rappresenta ancora una quota residuale per le compagnie assicurative: anche a fronte di un aumento degli incidenti, la copertura tra le imprese è ancora scarsa, sebbene, a livello globale, la “domanda” sia in crescita.
In generale, ad oggi, permane una generalizzata percezione di rischio basso, soprattutto per quanto riguarda le PMI; con una media di aziende che decidono di assicurarsi ancora limitata, così come limitato è il numero di quelle che si apprestano almeno ad una valutazione della propria postura (così da determinare il livello di rischio attuale e definire gli opportuni interventi).
Nello specifico, le polizze cyber coprono i danni diretti (es. la perdita dei dati) e indiretti (business interruption, perdite di profitto, costi di recupero) nonché le responsabilità civili verso terzi (fornitori, clienti) dei quali l’assicurato detiene informazioni sensibili, critiche, commerciali, che costituiscono proprietà intellettuale o personale, “protette” ai termini delle relative leggi.