Dall’inizio della pandemia la fiducia da parte delle PMI italiane verso il settore assicurativo, già alta nel periodo pre-pandemico, è ulteriormente aumentata.
Complice l’emergenza sanitaria e l’attuale complesso scenario geopolitico internazionale, è cresciuta da parte delle PMI, la domanda di coperture assicurative cucite sulle proprie esigenze, ed è atteso un ulteriore aumento.
Tra gli imprenditori si è diffusa una maggiore consapevolezza dei rischi con conseguente richiesta di un modello di protezione basato su polizze mirate e servizi di consulenza.
Il 32% delle PMI italiane ha incrementato la propensione all’acquisto di polizze assicurative.
In particolare interessano le polizze che coprono i rischi legati al personale in smart working, ai rischi legati alla cessazione dell’attività e alla cyber sicurezza.
Nonostante questi dati la spesa media annua delle PMI (14.013 euro) per le coperture assicurative rimane più bassa della media internazionale (22.600 euro). A conferma della limitata cultura assicurativa e della scarsa consapevolezza che regnano in Italia
Emerge, anche, una distanza tra la percezione delle PMI italiane (che ritengono di avere un elevato livello di copertura assicurativa e una buona comprensione dei contenuti di polizza) e quella che sarebbe la corretta tipologia di copertura e quindi l’effettivo livello di protezione delle piccole imprese.
Nello scenario pre-pandemia, il 96% delle PMI italiane dichiarava di riporre fiducia verso il proprio provider assicurativo, intermediario o compagnia assicurativa. Tale livello di fiducia è aumentato dall’inizio della pandemia per il 58% delle PMI italiane.
Secondo i risultati di recenti studi solo il 4% delle PMI italiane non possiede alcuna copertura assicurativa.
Le tipologie di coperture assicurative del futuro saranno ancora quelle di copertura assicurativa per personale in smart working (22%) e cessazione di attività (20%),cyber risk (19%)e rischio credito (18%).
La pandemia ha aumentato la propensione all’acquisto delle polizze per una PMI italiana su tre e per una azienda straniera su due. Abbiamo provato sulla nostra pelle cosa significa dover obbligatoriamente interrompere l’attività.
I tre motivi principali che hanno spinto la domanda assicurativa in Italia sono :
1)la maggior consapevolezza dei rischi (48%);
2) la volontà di evitare ulteriori impatti negativi sull’attività d’impresa (42%)
3)la maggiore vulnerabilità finanziaria (40%).
Il prezzo rimane un aspetto rilevante nella scelta di acquisto delle coperture assicurative: per il 38% delle PMI Italiane è il secondo aspetto più importante nella scelta, ma viene dopo la fiducia verso l’intermediario (45%).
È stato evidente anche per le Pmi come la pandemia ci abbia esposti ancora di più al rischio cyber: viene infatti individuato dal 33% delle aziende italiane come il primo rischio aggiuntivo.
Seguito a pochissima distanza dal rischio pandemico (32%), mentre a più distanza ci sono i rischi «tradizionali» come quello sistemico di natura economico-finanziaria (18%), il rischio climatico (17%) e il rischio catastrofale (13%).
Le polizze sono sempre più flessibili!
Gli analisti evidenziano che I’80% del campione delle aziende si è dimostrato favorevole a un modello elastico di copertura assicurativa che risulti coerente con gli specifici bisogni aziendali, la dimensione, le peculiarità degli asset aziendali e le politiche di prevenzione del rischio.
In particolare, il 78% delle PMI italiane sono interessate ad un modello flessibile di copertura assicurativa che possa essere modificata nel corso dell’anno.
Cresce l’interesse verso operatori non tradizionali: il canale fisico resta centrale per la fase di acquisto ma il canale digitale è ormai prevalente nella gestione della copertura, sia in fase di prevendita che in fase di post-vendita.
Ogni PMI ha dei bisogni e delle necessità particolari che possono essere ben garantiti e soddisfatti dalle realtà assicurative.