Quanto si proteggono gli italiani contro le calamità naturali?
Il nostro paese, oltre a essere esposto a un rischio sismico tra i più elevati in Europa (con circa il 40% delle abitazioni civili situato nelle zone a media ed elevata pericolosità), risulta molto fragile anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico con quasi il 95% dei comuni italiani a rischio frane, alluvioni e/o erosione costiera. Complessivamente, risulta che oltre l’80% delle abitazioni civili è esposto a un livello di rischio medio-alto per almeno uno degli eventi citati. Peraltro, i cambiamenti climatici in atto, con il conseguente aumento delle temperature medie annue, sono all’origine di un incremento della frequenza e della intensità di eventi atmosferici estremi (come gelate tardive, grandinato massiva, ondate di calore con durate sempre più estese, incendi violenti ed estesi) a livello globale.
In Europa, I’Italia – dopo la Grecia – è il paese che registra il più ampio gap di protezione assicurativa in tema di catastrofi naturali, ottenuto come differenza fra le perdite legate a questi rischi e gli importi effettivamente coperti da una polizza assicurativa. Nel nostro Paese questa differenza è stata stimata nel 2021 in $4,6 mld, valore inferiore solamente a quello degli Stati Uniti ($51,0 mld), del Giappone ($28,9 mld), della Cina ($25,6 mld) e di Taiwan ($5,5 mld). La spesa pubblica necessaria a sostenere i costi delle ricostruzioni è in forte crescita e le assicurazioni, oltre a coadiuvare lo Stato con le risorse private, sono maggiormente efficienti e più rapide nella liquidazione dei danni e contribuiscono alla prevenzione del patrimonio immobiliare rispetto a questa tipologia di eventi. Per questo è auspicabile l’adozione di uno schema nazionale di copertura assicurativa contro i danni catastrofali, basato sulla mutualizzazione del rischio e sulla partnership tra settore pubblico e privato così come già avviene in molti altri paesi nel mondo.
Il gap di protezione assicurativa in materia di calamità naturali riguarda sia le famiglie con le proprie abitazioni civili sia le imprese, soprattutto quelle di dimensioni molto piccole. Le imprese presenti in Italia sono oltre 4,5 milioni e la quasi totalità (95%) è costituita da imprese che hanno fino a 9 occupati, cosiddette microimprese. Pur essendo la percezione del rischio catastrofale, a livello aziendale, migliore di quella delle famiglie è ancora significativamente variabile in funzione della dimensione dell’azienda stessa. La penetrazione delle polizze a copertura dei rischi naturali e climatici per le imprese micro è estremamente bassa (5%, simile appunto a quella delle famiglie) ma poi cresce significativamente per le imprese piccole (55%) e le imprese medie (67%); le imprese grandi si coprono per questi rischi per quasi l’80%.