Per anziani e famiglie, la ricerca di risposte ai propri bisogni rappresenta un vero e proprio percorso ad ostacoli, ampiamente autogestito e fonte di consistenti fatiche, sia fisiche che emotive: responsabilità istituzionali frammentate, duplicazione di adempimenti, iter amministrativi tortuosi, criteri di inclusione ed esclusione non sempre facilmente comprensibili.
È noto come l’Italia non abbia un vero e proprio sistema di servizi per la non autosufficienza ma un insieme eterogeneo e territorialmente mal distribuito di servizi e benefici economici.
È altrettanto noto come i finanziamenti e la quantità di servizi siano inferiori alla media europea e come la diffusione informativa e l’accessibilità delle risposte siano ampiamente migliorabili.
Questo scenario è ben diverso da quello della gran parte dei Paesi europei più avanzati, dove è di regola presente un sistema standardizzato di valutazione del fabbisogno assistenziale, regolato a livello nazionale o concordato tra i vari attori operanti a livello locale.
Lo scorso primo marzo è stata pubblicata una proposta di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Il documento è stato elaborato dal “Patto per un nuovo welfare” sulla non autosufficienza, che raggruppa gran parte delle organizzazioni della società civile operanti nel settore. La proposta punta ad introdurre un unico percorso di valutazione per l’accesso all’intera rete del welfare: la Valutazione Nazionale di Base.
La proposta di riforma avanzata del “Patto per un nuovo welfare” sulla non autosufficienza vuole entrare nel vivo di questi temi. Il Patto ha ritenuto utile presentare una proposta organica: il Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA).
La possibilità di accedere all’insieme degli interventi del Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA) viene stabilita tramite una sola valutazione, la Valutazione Nazionale di Base (VNB), entro i confini di un percorso unico, chiaro e semplice, per l’accesso all’intera rete del welfare. Il percorso collega la Valutazione Nazionale di Base (VNB), di titolarità statale, alla successiva valutazione dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) territoriale, di titolarità di Asl e Comuni. Non sono contemplati altri canali di primo accesso a questo sistema. La Valutazione è realizzata dall’équipe SNA, un organo multidisciplinare con competenze sociali e sanitarie.
Anziani e famiglie possono rivolgersi direttamente all’équipe responsabile della Valutazione Nazionale di Base o arrivarvi attraverso il Punto Unico di Accesso (PUA), il luogo fisico di prossimità e di facile individuazione deputato a fornire informazioni, orientamento e supporto amministrativo alla popolazione interessata.
Completata la Valutazione, gli anziani ammessi allo SNA vengono indirizzati all’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) territoriale, di titolarità di Asl e Comuni, a cui sono trasmessi tutti i risultati.
La Unità di Valutazione svolge la propria valutazione basandosi sulle informazioni ottenute con la precedente valutazione e integrandole con quelle ulteriori ritenute necessarie per la fruizione dei servizi e degli interventi locali (servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali, contributi economici). A questo punto attiva quindi il Progetto assistenziale integrato (PAI), costruito attraverso lo strumento del budget di salute e l’integrazione sul caso delle risposte sanitarie e sociali. È facoltà delle Regioni decidere di adottare lo stesso strumento valutativo previsto per la valutazione – ipotesi privilegiata – oppure mantenere i sistemi attuali ma alimentando il flusso di dati nazionale fondato sulla strumentazione della VNB.
Sia per la VNB che per le UVM sono previsti criteri di priorità per le situazioni a maggiore urgenza o di maggiore complessità.
Benefici e vantaggi:
- semplificazione: una volta giunti presso la Commissione Valutativa che effettua la VNB, i cittadini non dovranno rivolgersi a nessun’altra sede e potranno
- valorizzazione della conoscenza: si supera l’attuale incomunicabilità e la conseguente mancata condivisione dei dati raccolti
- profonda innovazione tecnologica di processo e di sistemi valutativi idonei a garantire omogeneità delle informazioni e trasmissibilità fra sistemi
- limitazioni nella necessità di spostamenti fisici di persone in difficoltà e di familiari già impegnati nel lavoro di cura , garantendo anche alle famiglie un accesso facile alle informazioni di cui necessitano
funzioni preparatorie che permettono di evitare oneri impropri a persone e famiglie
Si tratta di aspetti fortemente valorizzati nel PNRR ( il Piano nazionale ripresa resilienza) e nei suoi principali documenti attuativi.
La salute e il benessere di una persona anziana sono condizionate infatti da dimensioni molteplici, non limitabili alle tradizionali categorie cliniche (diagnosi di malattia) ma collegate alla complessa relazione fra componenti di salute, autonomie, risorse personali e di contesto (culturali, economiche, familiari, abitative). Negli anni, sono stati proposti e utilizzati centinaia di strumenti di misura più spesso orientati a misurare solo aspetti parziali del funzionamento della persona .
La proposta del Patto rimanda quindi ad un utilizzo aggiornato e appropriato della Valutazione Multidimensionale, per rispondere alle necessità delle persone, guidare gli interventi dei professionisti e la programmazione degli interventi necessari. Si tratta di una proposta ambiziosa ma solida e innovativa che deve rispondere all’evoluzione della popolazione anziana italiana e dei bisogni che essa esprime. Non è più sufficiente una piccola manutenzione del sistema, ma una profonda revisione di logiche operative ormai datate e sempre meno efficaci ed efficienti.