Invecchiare attivamente può fare la differenza: un anziano che nelle diverse fasi della vita si è preparato a un invecchiamento che lo vede protagonista della propria salute vive meglio la dimensione bio-psico-sociale che lo riguarda diventando una valida risorsa per la collettività.
Fino a pochi decenni fa, pensare di vivere fino a 100 anni era una prospettiva quasi mitologica. Il recente rapporto Istat sui “Centenari d’Italia” ci informa, invece, che, nel nostro Paese, in 14.456 hanno varcato il secolo e sono ben 6mila coloro che hanno superato i 105 anni. E pensare che nel 1881 la vita media era appena di 35,2 anni per gli uomini e di 35,7 per le donne. La speranza di vita ha poi continuato a crescere per tutto il secolo. Le più recenti proiezioni Istat indicano inoltre che, nel 2051, un italiano su tre avrà più di 64 anni. Un cambiamento epocale: oggi si vive di più e meglio, pianificando per se stessi un invecchiamento sereno grazie ad alcune buone pratiche quotidiane e a opportuni investimenti che riescono a trasformare l’età avanzata in una vera e propria seconda vita.
Secondo un rapporto Istat 2019, in base alle stime 2018, la speranza di vita in Italia è la più alta in ambito europeo per il sesso maschile e al quarto posto per quello femminile: 80,8 anni per gli uomini e 85,2 per le donne (dati UE 2016). Vivere a lungo porta con sé nuove opportunità da cogliere ma anche la necessità di una maggiore cura per la propria vita che si estenda oltre l’età lavorativa.
È l’invecchiamento sano e attivo, il cosiddetto active ageing: un concetto elaborato dall’OMS, che considera la terza età come una fase della propria esistenza finalizzata, al pari delle altre, a mantenere alti il benessere fisico, sociale e mentale e a “realizzare il proprio potenziale”. Alcuni passi sono fondamentali per potenziare il percorso di autorealizzazione verso un invecchiamento sano e attivo. La parola “attivo” non si riferisce solo all’essere fisicamente efficienti ma anche al continuare a partecipare alla vita economica, culturale e civica della comunità. Alleati dell’active ageing sono il progresso della scienza e delle conquiste tecnologiche nel campo della salute. Molto presto potremo avere accesso a trattamenti terapeutici e farmacologici per prevenire e curare, rallentare l’invecchiamento e allungare l’aspettativa di vita. Già ora ci sono alcune abitudini che, se intraprese, possono contrastare i principali nemici del nostro benessere, alimentazione errata, sedentarietà, stress cronico.
Come confermano numerosi studi medici, una nutrizione sana ed equilibrata è di importanza fondamentale per prevenire molte malattie. È bene quindi:
- ridurre zuccheri, sale e prodotti industriali;
- selezionare proteine di qualità;
- prediligere alimenti biologici;
- aumentare il consumo di frutta, ortaggi e legumi che svolgono un’azione protettiva di tipo antiossidante contro l’invecchiamento.
In generale è consigliato tener sotto controllo il peso, evitando sbalzi eccessivi (ingrasso, mi metto a dieta, re-ingrasso, ri-faccio la dieta, ecc.)
Nel panorama mondiale l’Italia continua a essere uno dei Paesi con la maggiore proporzione di persone ultra 64enni che, a oggi, costituiscono circa il 20% della popolazione.
L’Oms Europa cerca di conseguire la realizzazione di 5 interventi prioritari:
- prevenire le cadute;
- promuovere l’attività fisica;
- promuovere l’assistenza domiciliare e i servizi di self-care;
- postenere strategie di sviluppo partecipativo tra personale medico e assistenziale in campo geriatrico;
- inserire nei setting assistenziali programmi di vaccinazione anitinfluenzale e di prevenzione delle malattie.